domenica 2 settembre 2012

Dragonfly

Alla fine ho solo fatto un unico grande errore nella mia vita: non capire come trattenere le mie relazioni come una libellula tra i due palmi. Basterebbe serrarle quanto basta, queste maledette mani, per non farla scappare; e non come ho provato a fare, finendo poi per schiacciare crudelmente l'animaletto.

Le persone che, in fondo, non mi interessano trovano un'educata proposta di me e di ciò che sono; io assimilo e assorbo; offrendo del mio, imparo, capisco la persona senza i giusti motivi, trovando sempre e comunque conferme dei miei dubbi iniziali: quelli che mi spingevano a tenere le distanze( per lo meno sentimentali). Torchio la relazione per trarne qualcosa( "trarne" non vuole sottolineare il mio egoismo, vuole solo indicare che considero inutili frequentazioni che non fanno crescere le parti) fino a tritarla distruggendola.

Provare, invece, interesse per una persona diventa così raro che, quando accade, non so come comportarmi per dimostrare l'interesse che provo. Forse, troppo desideroso di un riscontro, di essere cercato come cercherei, lascio spazio mostrando disinteresse in attesa di un cenno, finendo, come giusto che sia, da parte insieme a tutti quelli che non vogliono essere amici.

Semmai ti rendessi conto di non essere stata schiacciata dal mio pessimo carattere, libellulina, potresti esserti solo salvata dal mio amore.

lunedì 2 aprile 2012

Dignità

La dagnità la si può solo vivere, non la si può insegnare.
Si può decodificare, si può osservare, si può interpretare e la si può imparare, ma non la si insegna a tavolino. Chi vuole impararla deve osservarne e capirne i meccanismi, gli automatismi.
Dignità è non elemosinare, è saper ricevere senza chiedere: meritare ciò che si ottiene, che sia molto o poco.

Dignità non è accontentarsi ma godere di quello che si ha.
Dignità non è voce ma sono orecchie: il dignitoso ascolta e si apre, condivide, aquisisce e immagazzina esperienze altrui.
Dignità è gioia e la gioia è vita!

giovedì 22 dicembre 2011

Senza edulcorare

Mi hanno descritto come non avevano mai fatto e lo riproporró senza modificar parola pur rischiando di offender qualcuno:" Tu non sei timido, sei uno che si fa i cazzi suoi". 
Bicchiere mezzo pieno: non sono curioso, non sono ficcanaso e lascio spazio sia fisico che mentale( spesso interpreto in maniera ottimistica e generosa gli atteggiamenti altrui).
Bicchiere mezzo vuoto: sono un egocentrico bastardo che si disinteressa degl'altri. L'unico motivo per aiutare qualcuno è che starei male a vederlo in difficoltà o sofferente.
Due realtà a confronto che non riesco ancora a veder completamente sviluppatte e/o avviluppate su di me. Ancora non mi conosco, oppure sto ancora mutando.

Essere sovrano di me stesso, buon proposito prima che la profezia maya si adempia e ci spazzi via tutti.

lunedì 17 ottobre 2011

Infastidito dal fastidio

Idiosincratico per scelta: la scelta più facile. Nascondere i propri sentimenti dietro ad un egoismo cinico e sgradevole è il metodo piu semplice per non avere l'occasione d'illudersi d'aver trovato un cuore al quale ancorarsi. 

Forse, poi, si riesce a scavalcare l'ostacolo e si comincia ad amare un paio d'occhi, delle mani, un sorriso. Coraggio? Spregiudicatezza! 

domenica 19 giugno 2011

Spiccioli

E se davvero fossimo dei piccoli contenitori di gocce di dio, è normale che io mi senta esplodere.

giovedì 30 dicembre 2010

Non odorate più!

Solitudine pur stando in mezzo alle persone. Centinaia di corpi caldi con le loro fredde e vuote vite. Non mi sono mai sentito così sporco. A differenza degli occhi spenti che mi guardano per qualche istante senza chiedersi che umore hanno, i miei fissano piuttosto il vuoto. È un inganno, lo so bene. Meglio fingere disinteresse che incrociare sguardi senza capire un grammo di vita che ci figurano. Comodo per chi nasconde la propria coscienza sempre più giù affogandola deglutendo litri e litri di smirnoff. Semplice crogiolarsi e addormentare i sensi. Trova te stesso prima di cercare di capire chi ti è attorno. Ma non farlo davvero, costa troppa fatica...

mercoledì 29 dicembre 2010

Da lontano non è tutto come sembra

È un esercizio mentale che fa leva su prospettive forzate. Obbligare la propria mente a fondersi e ad adattarsi al recipiente che deve contenerla è un duro obbligo che l'uomo dovrebbe porsi. Non sempre preoccupersi di cosa pensa la gente che ci vede può essere sintomo d'insicurezza e ricerca di approvazione. Con intelligenza potremmo sfruttare gli occhi altrui per specchiarci. Ricordando, comunque, che da lontano poco è come sembra e che i giudizi di chi non fa neanche uno sforzo per conoscerci, non sono ne utili ne soddisfacenti.
Fidiamoci di chi ci è vicino, di chi ci parla guardandoci negl'occhi o, ad occhi bassi, cerca di non ferirci con una voce tremolante.
Spariscano gli eroi e falsi vermi. È una vita che ci lottiamo e ne avremo un'altra per estirparli.

venerdì 17 dicembre 2010

SimmiK

E' uno spettacolo aver condiviso l'inizio della vostra storia d'amore.

Aver visto le vostre due anime stringersi e avvolgersi l'una attorno all'altra fondendosi sempre di più ogni giorno che passava e aver notato che le vostre due personalità si sono avvicinate fino quasi a confondersi, fa sorridere e gioire.

Piacevole come quando sei al cinema e le persone davanti a te hanno i popcorn, non sono tuoi ma il profumoti fa comunque godere di più la visione.

domenica 11 luglio 2010

Pronto a tutto

Cadere in piedi è un segreto da imparare per sopravvivere.
La consapevolezza di come affronteremo una delusione, un errore, un problema, ci permetterà di vivere e affrontare la quotidianità più serenamente.
Non è questione di mentire o non ammettere i propri torti, fingere ciò che non si è o riversare le colpe sugli altri; è un atteggiamento che parte modificando la nostra sincerità.

Analizzare l'accaduto oggettivamente è la fase più complicata ma un volta ottenuta una chiara visione del problema dobbiamo chiederci:
- perché è successo?
- cosa posso fare per recuperare la situazione?

Queste due domande possono mutare per potercele porre prima di fare ogni singola azione:
- che problemi nasceranno da questa azione?
- cosa potrò fare per risolverli?

Se non agiamo d'istinto e ci porremo queste domande eviteremo di crearci problemi inutili e, qualora nascessero, saremo pronti a risolvere il tutto.


lunedì 5 luglio 2010

Ottimismo e fastidio.

Alla fine è vero, sono un falso, ipocrita, doppiogiochista, servile e arrendevole, meschino verme. Volgare, stolto, inetto, misero, povero e vuoto. Ma cerco di migliorare, cerco di catturare il meglio da ogni attimo che vivo per essere superiore che nell'istante precedente. Cerco uno sviluppo per me e per chi mi sta vicino. Oggi faccio schifo, ma domani faró schifo un po' di meno.
Non è bassa autostima, è consapevolezza nell'essere. Accettarmi è un investimento.